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David
Mancuso selezonatore di questa
incredibile scelta musicale non è uno
consueto. Non lo è mai stato. Per i Deejay
con un po’ di coscienza del proprio mestiere
David Mancuso è una specie di figura
paterna. È l’uomo che nella New York di
inizio anni Settanta ha (senza volerlo fare)
inventato da zero il mestiere di Deejay e la
nozione stessa di "Club".
Mancuso ora ha sessant’anni passati e la
sua storia parte da lontano, negli anni 60
si trasferisce a NoHo (North Houston),
un’area precedentemente industriale dove -
mano a mano che l’industria si trasferiva
nel New Jersey - arrivavano gli artisti ed
occupavano gli enormi Loft dove l’affitto
costava (ancora) pochissimo. Il loft di
Mancuso era al numero 64 della Broadway. E’
li che ispirandosi alla tradizione nera dei
Rent Parties (feste private a pagamento che
il proprietario di casa teneva per mettere
insieme i soldi per pagare l’affitto),
Mancuso comincia a organizzare delle feste
strettamente su invito. È lui che mette la
musica non perchè abbia ambizioni da Deejay,
ma perchè vuole creare un perfetto bozzolo
emotivo per i suoi ospiti in ogni singolo
momento della serata. Il suo Club nasce
così: si chiama "The Loft", una festa in
casa, un reale momento di condivisione
settimanale al suono del Soul e della Disco
Music degli albori. Già prima del Loft
Mancuso era un frequentatore dell’alta
fedeltà, dopo ne diventa il più
straordinario profeta. Al Loft nulla è
lasciato al caso, la disposizione degli
altoparlanti (Klippschorn,
creati negli anni venti dall’ingegnere
Paul Klippsch) risponde a precise leggi
acustiche, la diffusione del suono è
calibrata sin nei minimi dettagli e le
puntine dei giradischi sono fatte su misura
da una fonderia giapponese specializzata in
spade da samurai! L’ultima leggenda
tramandata dice che oggi
Mancuso suona raramente in giro perchè
il suo dj-set ha un costo esorbitante, e non
perchè lui pretenda chissà quale cachet
astronomico, ma perchè
Mancuso gira il mondo con quegli stessi
giradischi, quello stesso amplificatore e
quelle stesse casse acustiche che c’erano al
Loft. Che poi non è nemmeno esattamente così
(non sempre, almeno) però qualcosa di vero
c’è. Ed è assolutamente vero che lui è un
maniaco del controllo, che arriva nei posti
dodici ore prima per sincerarsi che
l’impianto sia stato installato secondo le
sue scrupolose indicazioni.
Mancuso è stato il primo di una lunga
serie di Deejay quasi tutti (chissà perchè)
oriundi italiani che hanno creato da zero la
scena "disco" newyorkese negli anni
settanta. A forzare un po’ la storia si
potrebbe dire che senza
Mancuso non ci sarebbe stato nessuno
Studio 54, nessun
Danceteria, nessun John Travolta a
mimare passi di Hustle sulla pista luminosa
del Odyssey 2001. Tanti sono i Deejay che
negli anni si sono ispirati a Mancuso e che
da ragazzini frequentavano il mitico Loft,
Tony Humphries,
Larry
Levan,
Francoise Kevorkian,
David Morales,
Dimitri From Paris,
Frankie Knuckles e
Nicky Siano il più assiduo frequentatore
del Loft del quale copiò puntigliosamente
l’impianto di diffusione sonora quando, nel
1973, aprì il proprio locale
"The Gallery" in un loft sulla 22a. Nel
1999. La Nuphonic Record pubblica questa
prima doppia raccolta di vere rarità
selezionate da David Mancuso, canzoni che
abitualmente lui programma nelle
serate fatte in giro per il mondo, brani
selezionatissimi e quasi introvabili uniti a
creare un percorso musicale unico e raro!!
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